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Il castello di Cosliacco
Il nome del villaggio, Cosliacco (Kožljak)- che si colloca su una rupe scoscesa - indica l'inaccessibilità del luogo. Alla parte residenziale si accedeva attraverso una scalinata incisa nella roccia viva e circondata dalle mura.
Dal versante meridionale dell'imponente Monte Maggiore si eleva la ripida parete rocciosa sulla quale si erge il castello di Cosliacco. Collocato sulla vecchia strada che collegava l'antica Histria alla Liburnia, il castello di Cosliacco è l'ultima delle fortezze feudali che si protendono dal Carso fino all'Istria settentrionale. Il castello di Cosliacco sorge sui resti di una fortezza preistorica e viene menzionato per la prima volta nel 1102, nell'atto con il quale il conte Ulrico II di Weimar-Orlamunde dona l'edificio al patriarca di Aquileia. Nelle prime fonti scritte, il castello viene chiamato con il nome croato di Iosilach, o Giosilach, la denominazione germanica è invece Wachsenstein e infine, quella slava è Kožljak, o Kožlak. Tradotto, il nome germanico Wachsenstein significa rupe del rifugio, o rupe nella quale troviamo riparo, mentre "kožl(j)ak" significa punta delle capre. Entrambi i nomi indicano inequivocabilmente la sua posizione sulle rocce difficilmente raggiungibile ed i proprietari del castello, per questo motivo, usavano accostare la denominazione de Cosliaco o de Wachsenstein al proprio cognome. I massicci del Monte Maggiore e della Ciceria rappresentano una difesa naturale, ma anche uno sfondo spettacolare per il castello, al quale si può accedere attraverso una scala incisa nella roccia viva. Sulla cima si trovano la parte residenziale circondata dalle mura e due torri semicircolari, mentre ai piedi del castello si colloca la chiesa romanica di Santo Adriano. Un particolare interessante è rappresentato dalla prigione, ancora conservata, situata accanto al castello. Il destino di Cosiacco fu simile a quello di molti castelli istriani: i continui conflitti e i debiti dei loro signori hanno determinato un susseguirsi di cambi di proprietà, dai Conti di Gorizia ai veneziani, passando per il patriarca di Aquileia fino ad arrivare ai proprietari austriaci. La famiglia Barbo, che abitava nel castello, nel XVI secolo passò in parte dalla parte dei protestanti. Infatti, uno dei maggiori sostenitori della riforma protestante in Istria era proprio Francesco Barbo-Waxenstein. Egli ospitava i predicatori e gli scrittori più autorevoli, offrendo così il proprio sostegno ai protestanti. Tuttavia, la Chiesa allontanò ben presto questi personaggi da Cosiacco, lasciandoli così in balia dell'inquisizione.