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Chiesa di San Nicola, Racotole (Rakotule)

La chiesa romanica di San Nicola riporta immagini della leggenda relativa alla vita dell'omonimo santo. L'immagine che si è conservata meglio è quella della nascita del santo.

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Audio guida:

+ 385 (0)52 683 153

Come arrivarci:

Sulla strada locale di Visignano Caroiba, vicino a Caroiba, si svolta verso il prossimo sentiero e si giunge a Racotole. La chiesa è situata leggermente fuori dal paese, alla fine del sentiero che porta verso gli alti cipressi e il cimitero.

La chiesa di San Nicola è una piccola chiesa romanica che riporta un'abside inscritta e un campanile in facciata. La sua costruzione è stata commissionata nel XIV secolo dalla famiglia Barbo, di origine veneziana e residente a Montona. Inoltre, la famiglia Barbo ha commissionato a un maestro esperto la realizzazione degli affreschi. La chiesa è situata all'interno del cimitero ed è stata scoperta nel 1925 dal revivalista istriano, il sacerdote Luka Kirac. Fino a tempi recenti, gli affreschi sono stati erroneamente attribuiti alla tradizione giottesca. Questi rappresentano infatti un raro caso di affreschi di derivazione veneziana ben conservati in Istria. Vi sono immagini della leggenda di San Nicola e, la scena di questo ciclo che si è conservata meglio, è quella raffigurante la sua nascita. All'interno di una cornice architettonica è raffigurata la partoriente sul letto, sopra al quale è appesa una tenda. La madre esausta di San Nicola giace sfiorando il bambino. Tra i personaggi sullo sfondo, lo sguardo viene attirato dalla donna che si avvicina alla partoriente con una ciotola contenente un pollo cotto. Nella scena che raffigura San Nicola mentre taglia un albero, la parte che si è conservata meglio rappresenta le teste dei cittadini che si affacciano alle porte della città e osservano il santo che, con questo atto, scaccia i demoni pagani che abitavano nell'albero. Le immagini della vita del santo sono rappresentate con un'ampia scala di colori e tonalità, mentre le linee sono state eseguite con mano ferma. I personaggi sono rappresentati con volumi definiti chiaramente, i movimenti sono rappresentati con le azioni e i volti sono individualizzati. L'incarnato è realizzato con un contrasto tra i colori verde pastello e rosa. Il volume è definito con una linea scura e messo in risalto da schiarimenti eseguiti col bianco. Nell'abside si sono conservate le immagini di alcuni santi simili a quelli raffigurati nella navata, ma i colori utilizzati per la loro rappresentazione sono più vivaci. Il motivo di tale differenza potrebbe consistere nel fatto che i due affreschi sono stati restaurati in periodi diversi e con materiali differenti. Si riteneva che questi personaggi fossero stati dipinti da un'altra bottega, ma un'analisi moreliana dei dettagli attribuisce l'esecuzione dell'intero ciclo ad un unico pittore. La conclusione è stata tratta considerando i colli caratteristici, le linee curve con le quali sono dipinte le barbe e i capelli, il labbro inferiore, l'orecchio carnoso e i baffi a forma di coda di pesce dei personaggi. Osservando la mano del santo rappresentato nell'abside, dalle movenze eleganti attribuibili ad un modello, possiamo facilmente comprendere la qualità del dipinto.